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Umberto Eco e “le forme della memoria”

Una lezione da non dimenticare. Umberto Eco durante il suo intervento al Teatro Nuovo (“Le forme della memoria”) in effetti si muove verso questa direzione: “non può esistere un’arte della dimenticanza, scordiamo e basta. Si deve garantire reperibilità di ciò che è stato cancellato perché non venga perso del tutto”.

Il ricordo è l’espressione più intima dell’anima e come tale è giusto che resti prezioso. Ricordare tutto, secondo il semiologo vuol significare “restare immobili in un punto, osservare inermi il flusso del divenire. Proprio come avviene per il Funes di Jorge Luis Borges”.  Ecco allora che il prendere parte attiva al processo della rimembranza consegna all’uomo una dimensione eccezionale.

“Il World Wide Web è il Funes di oggi – prosegue Eco –. Per un verso fa bene ai ricchi di cultura, che hanno così la possibilità di accrescere il loro sapere. Dall’altro lato però Internet fa male a chi è carente di cultura, perché incapace di filtrare l’enorme quantità di informazioni a disposizione”. Insomma, l’esatto inverso della televisione. Capace un tempo di insegnare l’italiano a chi poco lo conosceva, adesso la “scatola magica” riesce tante volte a distrarre, con i suoi spesso futili programmi, molte menti sveglie e promettenti.

“Internet rappresenta il massimo del rumore che non fornisce alcuna informazione – continua lo scrittore -. Se provi a cercare qualcosa, ti ritrovi a vagare per la rete imbrigliato in qualcos’altro senza neanche rendertene conto”. Ed in effetti il mondo dell’informazione ha cambiato il proprio volto negli ultimi anni. Oggi le notizie che un tempo finivano in fondo nei giornali, aprono le trasmissioni televisive. La spettacolarizzazione dei media, l’assuefazione delle nuove tecnologie da parte dei consumatori, fanno il resto. Il silenzio è un valore immenso all’interno di questo frastuono di informazioni.

Il compito della cultura è così certamente quello di ricordare anche opinioni che poi si sono rivelate sbagliate, purché queste “restino reperibili in qualche archivio o museo”. La censura è sempre dietro l’angolo, volontaria o involontaria che sia. “Coprire fatti importanti con numerose notizie inutili, è qualcosa che non dovrebbe mai avvenire. C’è bisogno insomma di tirar fuori una nuova arte della memoria e della dimenticanza”.

Riccardo Di Grigoli, Master in giornalismo Torino

Cosa e' Biennale Democrazia?
Biennale Democrazia è un laboratorio pubblico permanente, radicato nel territorio e rivolto alle grandi dimensioni della politica odierna, aperto al dialogo, capace di coinvolgere i giovani delle scuole e delle università e destinato a tutti i cittadini. Il progetto si articola in una serie di momenti preparatori e di tappe intermedie - laboratori per le scuole, iniziative destinate ai giovani, workshop di discussione, proposte specifiche - che culminano, ogni due anni, in cinque giorni di appuntamenti pubblici: lezioni, dibattiti, letture, forum internazionali, seminari di approfondimento e momenti diversi di coinvolgimento attivo della cittadinanza.
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  • Biennale Democrazia 2009
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